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"Comme po' n'omme, tené chiuso nat'omme"
Come può un uomo tenerne chiuso un altro. Questa è una delle tante provocazioni che Napoli ha rivolto ai seminaristi d'Italia riuniti per il Convegno missionario nazionale. Sembra riecheggiare la voce di Dio che chiede ad Adamo: dove sei? e a Caino: dov'è tuo fratello? L'espressione è legata allo scandalo delle carceri di tutto il mondo che spesso chiudono le speranze al fratello che potrebbe cambiare, più che soltanto pagare per il male commesso, ma può riferirsi a chiunque. Come può un cristiano che ha conosciuto l'amore non condividerlo, lasciando chiusa la strada al fratello? Come può un gruppo di giovani che hanno in comune la forza di una voce che li ha innamorati e trasformati fare a meno di dire a chiunque ciò che hanno veduto e udito? Chi ha risposto teneramente, con emozioni e paure fortissime alla voce che gli diceva "dove sei? ti amo!", naturalmente si volge all'altro, uscendo da se stesso, gettandosi nella fiducia, cosciente delle sue fragilità. Il convegno con le testimonianze di alcuni missionari, dell'arcivescovo di Napoli, delle vite parlanti dei partecipanti, la visita ai luoghi di amore per i carcerati, i senza tetto, i poveri, i migranti e i tossicodipendenti della città di Napoli, segno di quelli di tutto il mondo, ha voluto dire questo in fondo. L'uomo investito dall'amore spontaneamente lo sprigiona ovunque lo Spirito lo conduca. É appartenenza alla chiesa universale, è coraggio di rispondere alle domande: dove sei? e dov'è tuo fratello?
E tu, investito dall'amore come me, lascia che il tuo cuore cerchi il fratello perché l'uomo liberi l'altro uomo finora chiuso alla speranza, al cambiamento, alla vita.

 

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